BARCELONA_2019
Audio tracks in the gallery
BARCELONA_2019
Audio tracks in the gallery
BARCELONA_2019
Audio tracks in the gallery
BARCELONA_2019
Audio tracks in the gallery
INCONTROLUCE
INCONTROLUCE is an artistic residency and permanent creation format on the theme of memory, borders and identities through autobiographical writing processes. A work on memory and nostalgia as a collective bond, passed down orally through the generations, INCONTROLUCE is also a work on the relationship between space and time and how space and time can be reunited in unexpected ways.
INCONTROLUCE è un format di residenza artistica e di creazione permanente sul tema della memoria, dei confini e delle identità attraverso processi di scritture autobiografiche. Lavoro sulla memoria e sulla nostalgia come legame collettivo, tramandato oralmente attraverso le generazioni, INCONTROLUCE anche un lavoro sul rapporto dello spazio e del tempo e di come questi possano ricongiungersi in modo inaspettato.
The microcosm of departure for the residential project is the autobiographical narrative of Lucia Andergassen, who was born in Val di Non in the 1960s when, as an adult, she felt the need to recompose the flow of memories lost over time by activating a relationship with the descendants of her non-biological mother, who emigrated to the United States at the beginning of the last century.
Microcosmo di partenza del progetto residenziale è il percorso di narrazione autobiografica di Lucia Andergassen, nata in Val di Non negli anni ’60 quando in età adulta sente il bisogno di ricomporre il flusso di ricordi smarriti nel tempo attivando una relazione anche con i discendenti di una madre non biologica, emigrati negli Stati Uniti agli inizi del secolo scorso.
Story
In 2019, the project is set up as a zero edition for a multidisciplinary artistic residency format, a bottom-up attempt to requalify the artists' need to connect thoughts, establishing a common work pact, a new system of creative work, outside the logic of the system. Among the artists involved are Silvia Morandi, Manuel Canelles, Silvio Gabardi, Anika Dobreff, and Mamadou Dioume, who leads a theatrical pedagogy work on the theme of the ancestor and memory.
Nel 2019 progetto è impostato come un’edizione zero per un format di residenza artistica multidisciplinare, un tentativo dal basso per riqualificare il bisogno degli artisti di connettere pensieri, stabilendo un patto di lavoro comune, un nuovo sistema di lavoro creativo, al di fuori delle logiche del sistema. Tra gli artisti coinvolti Silvia Morandi, Manuel Canelles, Silvio Gabardi, Anika Dobreff, e Mamadou Dioume che conduce un lavoro di pedagogia teatrale sul tema dell'antenato e della memoria.
In 2020, through a work on listening to the self, the artists return to the sounds and objects of memory, recreating them, rediscovering them and sharing them in the stage space. A map of sounds, portions of memory and ancient sensations that become a score, a narration. A research between past and present to link memory to gesture, through the audiovisual medium, playing and activating a transit between the elements of the sound code and the acting body of the camera. The research thus becomes - even at a time of closure and distancing - an installation, almost an immersive, poetic, visionary and collective tale of the various autobiographical microcosms.
Nel 2020 attraverso un lavoro sull’ascolto del sé, gli artisti ritornano ai suoni e agli oggetti della memoria, ricreandoli, riscoprendoli e condividendoli nello spazio scenico. Una mappa di suoni, porzioni di memoria e sensazioni antiche che diventano spartito, narrazione. Una ricerca tra passato e presente per allacciare la memoria alla gestualità, attraverso il mezzo audiovisivo, giocando e attivando un transito tra gli elementi del codice sonoro e il corpo agente della macchina da presa. La ricerca diventa così - anche in tempo di chiusura e distanziamento- un'installazione, quasi un racconto immersivo, poetico, visionario e collettivo dei vari microcosmi autobiografici.
In 2021 the project tackles the theme of dialogue between generations by investigating the geographical boundary between the Alto Adige of Caldaro and the Alta Val di Non. Writing and images are the languages used to research and investigate the theme of the border, from the geographical to the interior. The participants give back thoughts and images on lightness, the perception of distances, the double within oneself, measure and one's own emotional home. The residency continues at the ethnographic museum in Ronzone, where the traditional and ancient culture of the area dialogues with the project's multimedia materials.
Nel 2021 il progetto affronta il tema del dialogo tra generazioni indagando il confine geografico tra l’Alto Adige di Caldaro e l’Alta Val di Non. Scrittura e immagine sono i linguaggi utilizzati per la ricerca e l’indagine sul tema del confine, da quello geografico a quello interiore. I partecipanti restituiscono pensieri e immagini sulla leggerezza, la percezione delle distanze, il doppio dentro di sé, la misura e sulla propria casa emotiva. La residenza prosegue al museo etnografico di Ronzone che vede dialogare la cultura tradizionale e antica del territorio con materiali multimediali del progetto.